Che fine fanno i corpi è una domanda e, al tempo stesso, una ricerca sulla caducità, intesa come qualità costitutiva dell’essere al mondo. In un tempo di parole disincarnate e di corpi impegnati a mostrarsi sempre in piedi, cadere è, per certi versi, una piccola rivoluzione che porta attenzione sensibile al dialogo continuo tra la vitalità dei corpi e la forza di gravità e che trova la sua fine solo nel momento della morte. In questa silloge, la ricerca assume la forma di una raccolta poetica di indizi, parole trovate a terra, nelle memorie d’infanzia, nel dolore fisico ed emotivo, nella danza e nella consapevolezza di una condizione molto più che umana e che abbraccia l’intero corpo-mondo.