Torbidi intrecci di vite nelle notti della periferia che ruotano attorno a un giga residence dove i personaggi ordiscono i loro famigerati piani. È un multi-condominio di centinaia di miniappartamenti che fu molto in voga tra gli arricchiti degli anni Settanta. Poi, quando quell’alveare passò di moda, rivendettero i locali che furono subaffittati a soubrette di periferia, viados, spacciatori, spogliarellisti, circensi. Lo si vedeva dalla Statale troneggiare come una torre abbandonata dai castellani e infestata da una corte dei miracoli multietnica. Le sinistre luci del grattacielo squarciavano il buio.