Il carbone, il cielo, il polistirolo: l’oscurità, la tensione verso l’alto e le lacrime di pioggia. La raccolta di poesie esaspera i contenuti della sofferenza psichica e della continua débâcle per arrivare a gioire del senso della vita. Se attraversare gli ostacoli della mente fa sempre paura, la presa di coscienza di convivere con un disturbo rimanda essenzialmente ad apprezzare la quotidianità. I componimenti contengono sensazioni criptate e intrecciate tra loro dal senso del legame, un lungo filo blu cotto al sole che al solstizio d’estate apre per errore un varco per l’inferno. “Una ferita è una feritoia dalla quale osservare ciò che ci aspetta dall’altra parte”. Un castigo divino, se può influenzare il ritmo circadiano, arriva deciso al petto più di un pugnale, e solo il ricordo genera distorsione e sgomento. Certo, rimodulare gli ostacoli dell’esistenza nell’ottica della “resurrezione” è un’idea platonica, ma il ritmo quasi insolente della primavera aiuta, semmai, a poggiare le guance verso l’asfalto della normalità. Solo il tempo potrà dimostrare a ognuno che essere normali è il vero senso dell’essere speciali.
Giacomo Cardella è nato nel 1983. Assistente sociale, ha lavorato nel campo dei minori stranieri, delle malattie terminali e della devianza minorile. Appassionato delle tematiche cyberpunk e del genere musicale noise-industrial, tra il 2006 e il 2019 ha realizzato un ciclo di performance tra Net Art e Art Brut dal titolo Decamorfosi .